In diagnostica per immagini, i test periodici sono consigliati per avere la garanzia che il livello qualitativo dell’immagine, riscontrato al momento dell’installazione dell’apparecchiatura, rimanga sostanzialmente inalterato nel tempo. Le linee guida correnti indicano che la riproducibilità delle prestazioni nella radiografia digitale può essere valutata effettuando esposizioni giornaliere, settimanali o mensili su fantocci contenenti diversi dettagli riguardanti aspetti differenti della qualità d’immagine. Il numero e la tipologia di dettagli variano da fantoccio a fantoccio, ma comprendono quasi sempre dettagli a basso ed alto contrasto, in forme e dimensioni differenti, pattern di risoluzione spaziale, e gradienti discreti per la valutazione del range dinamico e della risoluzione di contrasto.
Le immagini digitali generate dalle attuali apparecchiature permettono lo sviluppo di algoritmi in grado di analizzare automaticamente le immagini dei fantocci e calcolare, a partire dai dettagli presenti nel fantoccio, uno o più indici di qualità dell’immagine (IQI) oggettivi. L’evoluzione nel tempo dei suddetti IQI può essere utilizzata per controllare la riproducibilità sul lungo periodo di un’apparecchiatura radiologica e identificare le possibili variazioni rilevanti, che possono essere valutate come “fuori norma” rispetto alle normali variazioni statistiche del sistema. Tradizionalmente, ciò viene eseguito confrontando il valore attuale di ciascun IQI ad un riferimento (baseline) tramite l’ausilio di grafici di controllo; un metodo questo introdotto da Walter Shewhart per migliorare la qualità di un processo produttivo riducendone la variabilità. L’utilizzo di diversi grafici di controllo per descrivere le variazioni nel tempo della qualità d’immagine è estremamente significativo per
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